Teatri aperti: dibattito su teatro, democrazia e pandemia

Mercoledì 17 febbraio 2021

ore 21.00

Teatri aperti

diretta fb su teatro, democrazia e pandemia

con

Flavia Mastrella

Antonio Rezza

Teresa Urroz

moderano

Tristana Dini

Ilaria Durigon

 

 

Dopo il primo lockdown di marzo in cui la politica ha deciso una prima netta demarcazione tra attività essenziali e attività inessenziali, abbiamo visto in questi mesi una ridefinizione di questa linea che si è trasformata in una vera e propria scala valoriale tra ciò che è sacrificabile e ciò che non lo è. Nella decisione che ha distinto tra attività e luoghi che possono tenere aperti e quelli che devono rimanere chiusi si è vista all’opera nell’ azione di chi ci governa una scelta di campo che non può essere liquidata facendo appello all’emergenza della situazione, alle decisione necessarie. Le scelte che si sono compiute sono decisive e raccontano con chiarezza il mondo in cui viviamo e il mondo che si sta profilando all’orizzonte, quella che in tanti hanno già iniziato a chiamare la nuova “normalità”. Queste scelte ci devono interrogare poiché è in gioco nella distinzione essenziale/inessenziale un’ interpretazione e una direzione delle nostre vite individuali, una nuova visione dell’umano, che mentre parla di noi getta nuova luce sulle profonde trasformazioni che hanno investito e stanno investendo le nostre società. Non da ultimo, secondo noi, queste scelte esplicitano in termini nuovi la crisi che investe la politica oramai da decenni a cui l’evento della pandemia ha dato una ulteriore e possente spinta in avanti. Tra tutte le attività destinate alla chiusura per mesi quella del teatro ha un posto particolare essendo stata tra tutte quella più sacrificabile. Cosa ha significato la scelta di tenere i teatri chiusi? Sappiamo come il legame tra teatro e politica, tra teatro e democrazia, sia originario e fondativo per l’una e per l’altro. Si tratta di un legame che si è declinato nei secoli e nelle storie dei paesi, talvolta nella forma della tensione contro il potere, altre volte come strumento nelle mani del potere, come sostegno alle rivoluzioni e ai cambiamenti, come critica al mondo, alla società. Da sempre il teatro è una questione politica e anche oggi lo è, anche oggi che è chiuso.

Flavia Mastrella e Antonio Rezza hanno realizzato tredici opere teatrali (tra cui Pitecus, Io, Fotofinish, Bahamuth, 7- 14-21-28, Doppia Identità, Fratto_X e Anelante) cinque film lungometraggi (tra cui Escoriandoli presentato a Venezia nel 1996, Delitto sul Po e Milano Via Padova) e una serie sterminata di corto e medio metraggi. Nel 1991 presentano Barba e cravatta al Festival di Avignone. Flavia Mastrella si occupa inoltre di scultura, fotografia, video-scultura (ha esposto alla GAM, al Mambo e al PAN) e Antonio Rezza di letteratura pubblicando i suoi romanzi con Bompiani (Premio Feronia 2008 con Credo in un solo oblio). Tra il 1996 e il 1998 collaborano con Tele+ ideando la trasmissione Critico e Critici. Per RAI 3 hanno realizzato nel 2000 il programma Troppolitani. Nel 2008 ricevono il Premio Alinovi per l’arte interdisciplinare e pubblicano con Kiwido la prima raccolta video del loro cinema in bianco e nero Ottimismo democratico. Nel 2010 presentano a Madrid e a Palencia, Pitecus in lingua spagnola ed eseguono alcune azioni performative insieme agli Afterhours. Nel 2014 pubblicano con la casa editrice il Saggiatore Clamori al vento. Nel 2016 viene loro assegnato il Premio Napoli; nello stesso anno presentano al Teatro La Mama di New York Pitecus. Nel 2017 ricevono a Montecitorio l’attestato di Unicità nella Cultura e il Premio Ermete Novelli. Nel 2018 viene loro assegnato dalla Biennale di Venezia il Leone d’oro alla carriera “Antonio Rezza è l’artista che fonde totalmente, in un solo corpo, le due distinzioni di attore e performer, distinzioni che grazie a lui perdono ogni barriera, creando una modalità unica di parlare in corsa, per estro e a tratti per pura, folle e lucida genialità. Flavia Mastrella è l’artista che crea Habitat e forme d’arte che a sua volta Rezza abita e devasta con la sua strepitosa adesione; spazi che abita e al tempo stesso scardina, spazi che diventano oggetti, che ispirano le vicende e che prendono vita grazie alla forza performativa del corpo e della voce di Rezza. Da questo connubio sono nati spettacoli assolutamente innovativi dal punto di vista del linguaggio teatrale”. Sempre nel 2018 realizzano per RAI 3 il programma televisivo “La tegola e il caso” montato da Barbara Faonio. Nel 2019 La Milanesiana conferisce loro il Premio Rosa d’oro. Nel 2020 realizzano i cortometraggi Molossi, Deserto – Non Tempo e Autoritratto quest’ultimo presentato al Salone del Libro di Torino e il lungometraggio Samp selezionato nella sezione “Eventi speciali” della 17° edizione Giornate degli Autori all’interno della Mostra del Cinema di Venezia. Collaborano ancora oggi con La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello di Roma.

Teresa Urroz, nata a Barcellona, ​​ha iniziato il suo percorso professionale fondando una compagnia di cabaret comico, Solubles Teresa nel 1989. Da allora, ha dato vita a diversi spettacoli, tra i quali diverse partecipazioni al Teatro Nazionale della Catalogna, alla Sala Beckett con opere di creazione prevalentemente contemporanea. Come attrice ha partecipato a programmi televisivi e a cortometraggi, in cui ha messo in luce la sua speciale vena comica. Come regista, ha presentato diverse produzioni con un chiaro impegno per la ricerca e le questioni di genere. Come drammaturga, ha pubblicato diversi lavori e ha partecipato a conferenze e forum sul tema delle donne e del loro ruolo nella società odierna. È stata sceneggiattrice del documentario Ana María Moix, passió per la paraula, una coproduzione di TV3. È stata coautrice del libro Las Humoristas Belongs to the Association of Scenic Creators Projecte Vaca, in cui è stata promotrice di una grande varietà di progetti artistici, di formazione e di ricerca, essendo la coordinatrice editoriale del libro commemorativo del 20 anni di questa associazione: i creatori di scenografie Siglo XXI. Da anni è legata ad organizzazioni femministe come Ca la Dona, La Bonne o la Libreria Pròleg. Ha co-diretto per nove anni il Progetto Descabelladas, dedicato alle donne, al teatro e alla salute. Fa parte dell’associazione per la gestione della proprietà intellettuale di artisti e interpreti (AISGE) appartiene anche all’associazione di attori e registi della Catalogna (AADPC) e all’associazione generale degli autori (SGAE); alla Collegiate Association of Catalan writers (ACEC) e al Centro spagnolo per i diritti reprografici (CEDRO).

Tristana Dini, napoletana, insegnante di scuola superiore.

Ilaria Durigon, fondatrice della Libreria delle donne di Padova.