Colette, il gruppo di lettura di Lìbrati
si incontra su
“Pearl”
Marianne ha otto anni quando le dicono che di sua madre non rimangono, forse, che delle impronte sulla riva fangosa di un fiume, e da allora la pace è l’unica cosa che cerca. Abita con il padre e il fratello minore in una vecchia casa misteriosa, ai confini di un piccolo paese. La sua vita è immersa nell’immenso immaginario che ha ereditato dalla mamma: filastrocche e vecchie leggende, cappelle ricoperte di edera e piccole magie quotidiane, rimedi casalinghi e segreti di famiglia, una fede granitica in tutto ciò che non si può vedere. Come si può vivere però ricordando che ciò che più hai amato se ne è andato per sempre? Quando scopre un vecchio poema inglese fittamente annotato dalla madre, in cui si racconta della ricerca di una perla smarrita, inizia a cercarvi con ostinazione la risposta alla sua scomparsa, tenta di ricomporre, mentre tutto intorno sembra andare alla deriva, la memoria felice che di lei ancora custodisce con amore dentro di sé. Pearl, strana e perturbante evocazione di una magia che forse non si è mai persa, è un piccolo capolavoro che occupa un posto a sé nella letteratura inglese contemporanea, un romanzo bellissimo e incantatorio sulle tracce che lasciamo dietro di noi, e su come seguirle possa condurci in luoghi che aspettano da sempre il nostro ritorno.