alle ore 18.00
Presentazione di
“Sepolcri Imbiancati”
di
Beatrice Hastings
(Terra d’ulivi edizioni)
con la curatrice
Maristella Diotaiuti
introduce
Ilaria Durigon
Il romanzo breve Sepolcri imbiancati, di Beatrice Hastings (26 gennaio, 1879 – 30 ottobre, 1943), fu pubblicato sul giornale inglese d’avanguardia The New Age, in otto capitoli, tra aprile e giugno del 1909, a puntate, quindi, secondo una precisa logica editoriale e redazionale, della quale Hastings, in qualità di editrice e redattrice, era abile protagonista, che prevedeva, tra l’altro, la serializzazione delle opere di narrazione, dentro una strategia di fidelizzazione del lettore. […]
Modernista Hastings è anche nella scelta dei temi, pur in una forte posizione anticipatrice, perché il romanzo Sepolcri imbiancati, agli inizi del secolo, apre già a una tematica tipica della fiction modernista, che sarà centrale nella trattazione del romanzo femminile del ‘900, ovvero la rappresentazione materna e dei contesti familiari, l’incomunicabilità all’interno della famiglia borghese, il difficile rapporto tra i membri di questa famiglia, soprattutto tra madre e figlia. Originale e sicuramente all’avanguardia è il punto di osservazione scelto per inscenare il suo racconto e basare la sua riflessione, cioè il corpo della donna e la maternità, punto di partenza per sottoporre a critica tutta l’architettura ideologica, economica e sociale della cultura patriarcale e
liberista che ha fatto del corpo della donna una proprietà dello Stato funzionale alla sua politica di potenza e di dominio.
(Dalla prefazione di Maristella Diotaiuti)
Beatrice Hastings è stata una giornalista, scrittrice e poetessa inglese, celebre per i suoi scritti politici dal carattere femminista radicale (pubblicati principalmente tra il 1907 e il 1920 sulla rivista socialista The New Age). Tra questi, si ricorda in particolare il manifesto femminista Woman’s Worst Enemy: Woman (tradotto in italiano come Il peggior nemico della donna: la donna), uscito in forma di allegato del The New Age nel luglio del 1909. Il manifesto è una critica ironica e avanguardista al ruolo della donna e all’idealizzazione della maternità nella società capitalista inglese di inizio Novecento.
Maristella Diotaiuti di formazione universitaria (Università Federico II di Napoli, Lettere Moderne), è stata curatrice e promotrice degli eventi culturali del caffè letterario Le Cicale Operose, Livorno. E’ presidente dell’Associazione culturale Le Cicale Operose APS, per la quale cura cicli, rassegne, presentazioni poetiche e letterarie. Si occupa di letteratura femminile, di poesia e di ricerca di autrici dimenticate. E’ autrice e curatrice del volume “Beatrice Hastings, in full revolt”, Diotaiuti, Tortora, Le Cicale Operose, Livorno, 2020, Premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne”, Roma, 2022. E’ autrice della raccolta di poesie “. come cosa viva”, Terra d’ulivi Edizioni, Lecce, 2021. I suoi testi sono apparsi in riviste letterarie, blog e magazine on-line. È ideatrice del Primo Convegno di Studi per Beatrice Hastings, per il quale ha pubblicato gli Atti del Convegno (Le Cicale Operose, 2022).
Ha ricevuto menzione di merito per poesie singole Premio Bologna in Lettere, 2022 e Premio della giuria Ossi di Seppia per la poesia singola, 2023. E’ curatrice del volume “Woman’s Worst Enemy: Woman”, di Beatrice Hastings, Astarte edizioni, Pisa, 2022, Premio Microeditoria Marchio di Qualità, 2023, Brescia.