Ieri sera il gruppo di lettura di Lìbrati si è riunito per discutere de “L’imperatore di Portugallia” di Selma Lagerlöf. Il nostro gruppo diventa sempre più numeroso. E’ stata una discussione articolata e interessante, con tanti spunti di riflessione e bei momenti di confronto fra le partecipanti.
Per alcune, questo libro rappresenta un piccolo gioiello di sensibilità ed emozioni, per altre una bella storia, ma poco più.
Unanime il giudizio positivo sulla struttura del romanzo: un testo ben costruito, con una scrittura per certi aspetti semplice ma proprio per questo capace di restituire l’aspetto e l’ambientazione di una fiaba moderna. Una fiaba dunque che, come è stato rilevato, ha forse più l’intento di suscitare emozioni che di far riflettere, anche se alcune hanno notato come nella storia fosse presente una forte critica sociale alle condizioni dei contadini e dei braccianti dell’epoca, un’attenzione particolare al tema della migrazione dalla campagna alla città e al conseguente sradicamento e alla relazione tra genitori e figli che è sembrato rappresentare il tema fondamentale del romanzo.
E’ stato rilevato, inoltre, come i personaggi, compresi quelli di contorno, siano ben costruiti, coerenti, frutto di una raffinata indagine psicologica. Tra tutti i personaggi, tuttavia, si stagliano luminosi le figure di Jan, il padre che, folle di nostalgia per la partenza della figlia, diventa imperatore di Portugallia, e Klara Gulla, amatissima figlia, trasferitasi giovanissima in una grande città per salvare la casetta dei genitori. Durante l’incontro si è sviluppato un confronto interessante su questa ultima figura, per alcune avvertita come profondamente negativa, a tratti ingrata nei confronti dei genitori, mentre per altre sentita come profondamente umana e dalla vita estremamente difficile.
“L’Imperatore di Portugallia” ha ottenuto, dunque, un giudizio positivo, un testo che si legge e si lascia leggere con estrema facilità, un romanzo che siamo state contente di leggere e un’autrice, la prima donna a vincere il premio Nobel per la Letteratura nel 1913, che siamo state felici di scoprire e ri-scoprire.
Dopo una vivace discussione, con tanto di votazione, le Colette hanno scelto di leggere “Il silenzio del lottatore” di Rossella Milone, edito da Minimum Fax, una sorta di educazione sentilmentale in cui emerge la complessità delle relazioni d’amore.
Il prossimo incontro delle Colette si terrà giovedì 18 febbraio alle 20:30.
Vi ricordiamo che Colette è un gruppo libero e aperto e tutte e tutti sono benvenuti.