Come di consueto, anche questo mese Colette, il gruppo di lettura di Lìbrati, si è riunito per discutere, rifettere insieme, criticare e fare il punto sul libro appena letto, ovvero “Segreta Penelope” di Alicia Gimenez Bartlett.
La storia è raccontata in prima persona da una donna che ripercorre la vita di un’amica, Sara, per tentare di dare un senso al suo suicidio. La morte voluta da Sara, diventata madre per conformarsi ad un’idea di donna socialmente accettata, diventa lo spunto per l’amica per esprimere una critica feroce nei confronti della società borghese, le sue ipocrisie, le sue meschinità, la sua violenza, sottile e invisibile, nei confronti di chi non si adegua.
E’ un libro che ha suscitato insieme applausi e critiche. Tra queste ultime quella che forse ci ha trovate più concordi riguardava l’atteggiamento un po’ supponente e a tratti ideologico tenuto dall’io narrante, l’amica di Sara. L’impressione è stata che nell’enfasi critica si nascondesse poca empatia e un giudizio tanto spietato quanto “distante”, dettato poco dall’autentica comprensione delle circostanze e piuttosto da pregiudizi, prese di posizione appunto ideologiche.
Tra le numerose note positive del libro la costruzione della storia con il suo crescendo di intensità e tragicità, una struttura creata con maestria e acume, tipico di un’autrice che, tra le altre cose, è un’ottima scrittrice di gialli.
Anche questo libro segue, per alcuni aspetti, lo stile e la costruzione del “caso da risolvere”: perchè Sara si è uccisa? Si sta insomma, nel progredire del racconto, cercando il “colpevole” di una scelta tanto disperata e che, grazie alla graduale scoperta della vita di Sara, il suo carattere, le sue amicizie, i suoi pensieri, sappiamo alla fine con certezza non essere altri che la società stessa.
Alla fine dell’incontro abbiamo scelto la prossima lettura, ovvero “Il giudice delle donne” di Maria Rosa Cutrufelli, di cui discuteremo martedì 31 maggio alle 20.30.