Il gruppo di riflessione politica di Lìbrati si è incontrato domenica 6 maggio alle ore 10:00. Qui di seguito trovate un report redatto da Marianita De Ambrogio su quanto è emerso durante l’incontro. Dopo il report, in allegato un file scaricabile con le recensioni complete di due volumi che sono stati oggetto di discussione durante la mattinata, si tratta di Crimini contro le donne di Francesco Roja e di L’amore che non è di Giampaolo Trevisi.
Appunti sull’incontro del 6 maggio 2018 a Padova, libreria Librati
RECENSIONI DEI LIBRI LETTI DA MARIELLA
Fabio Roia, Crimini contro le donne. Politiche, leggi, buone pratiche, Franco Angeli 2017.
Roia è un magistrato; riporta la creazione nel 1992 a Milano di un pool di magistrati che si occupi di reati in famiglia; il pool collabora con la polizia giudiziaria, con associazioni, con la polizia in merito all’andamento del colloquio con le donne vittime di violenza. E’ un approccio fuori dagli schemi, e le denunce aumentano. Il pool fa convegni nel 1997, 2003, 2007, per migliorare la risposta giudiziaria alla violenza contro le donne. La convenzione di Istanbul è del 2011, e seguono anche direttive del Consiglio d’Europa per riconoscere tutela alla donna. La tesi del libro è che il processo può essere sia un trauma che una guarigione. E’ un trauma (vittimizzazione secondaria) se le persone delle istituzioni, a tutti i livelli, non sono preparate e in preda a pregiudizi, che diventano errori tecnici. Può essere una terapia il processo condotto con empatia, riconoscimento, verità, perché risponde al bisogno della donna di essere creduta da un terzo. Anche dopo Istanbul le leggi e le normative nazionali ed europee non sono ancora state aggiornate per quanto riguarda la formazione degli addetti, lo sportello delle vittime, la loro tutela. I suggerimenti: la rapidità dei processi, l’anticipazione di testimonianza che evita alla vittima il confronto con l’accusato e i suoi difensori, la garanzia alla donna dello “stato di vulnerabilità”.
Gianpaolo Trevisi, L’amore che non è, Gabrielli editori 2017
Una raccolta di 13 storie, in parte vere in parte verosimili, da parte di un poliziotto che parte dalle proprie esperienze. Individua anche modi e atteggiamenti importanti da evitare, e altri da tenere, nel dialogo con le donne vittime di violenza.
Femminismo ed esperienza giuridica. Pratiche, argomentazione, interpretazione, a cura di Anna Simone e Ilaria Boiano, Efesto 2018
La giustizia è madre, mentre la legge è padre; la legge deriva dal bisogno di giustizia, viene dopo, si occupa di ciò che è lecito, non di ciò che è giusto. Le donne fanno fatica ad entrare nella legge, nella cultura giuridica costruita dagli uomini. Le donne hanno bisogno di costruire una contro-narrazione che i tribunali ordinari non permettono. Importante anche la ricostruzione del contesto da parte di esperte come mediatrici. E’ una giustizia riparativa che non proviene dal diritto, ma mediante la quale si costruisce la Storia.
INCONTRI CON ALTRI GRUPPI
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Donne CGIL: dell’assemblea dell’8 marzo sono stati raccolti gli interventi per farne un opuscolo. All’incontro del 17 aprile erano presenti delegate di varie categorie, oltre alla segretaria confederale che ci ha informate della decisione di preparare un opuscolo sul lavoro delle donne, da presentare al congresso CGIL, e della convenzione col Centro Antiviolenza per la questione delle molestie sul posto di lavoro. Su questo tema c’è un grande interesse al confronto e al dialogo di tutte le delegate, si sente il bisogno di formazione, anche per i maschi; è però un percorso solo all’inizio, all’interno del sindacato.
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RIDIM Rete Italiana Donne Immigrate: l’incontro è avvenuto a seguito dell’incontro di Firenze, allo scopo di cercare realtà coinvolgibili per la prevista sessione di genere del Tribunale Permanente dei Popoli. RIDIM ha ribadito che la realtà delle immigrate è molto varia e complessa, non ci sono solo quelle arrivate con i barconi, ma anche chi è già qui, magari da molti anni ma ancora in difficoltà, casi di tratta, sfruttamento delle badanti, ecc., tutte vittime di violenza istituzionale, accanto a forme specifiche di violenza. Come gruppo si sentono un po’ usate, è richiesta la loro partecipazione magari a livello accademico, ma senza alcun seguito.
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LUNA ACCOGLIE DONNA, una cooperativa che gestisce un gruppo di donne africane richiedenti asilo. La gestione dell’accoglienza delle donne rifugiate è più complessa e difficile di quella degli uomini che hanno solo il problema del lavoro. Hanno ribadito l’importanza dei figli per queste donne, le difficoltà ai ricongiungimenti; sono disponibili a raccontare il lavoro che stanno facendo e le loro difficoltà.
DISCUSSIONE E PROPOSTE: costruire insieme una iniziativa per rendere pubblico quello che stiamo facendo e per approfondire.
Domande:
Lo scopo principale è un nostro approfondimento o vogliamo rivolgerci al l’esterno?
Il problema non è trovare le testimonianze, è: cosa vogliamo fare?
Come rapportarsi, come donne, alla magistratura?
Dalla discussione:
Non c’è una contrapposizione tra approccio femminista e magistratura o approccio giuridico: quest’ultimo dovrebbe potersi confrontare con le testimonianze e le storie delle donne; c’è anche un margine di cambiamento nella cultura giuridica, senza neppure cambiare le leggi, ma non possiamo farlo noi; per fare questo dovrebbero esserci persone interne (professionalmente, avvocate/i, magistrati) abbastanza sensibili con cui poter parlare, che si facciano carico delle cose da cambiare. Anche utile parlare di risarcimento economico, cosa che si può fare solo in tribunale.
Noi non possiamo chiedere sempre alle donne di denunciare le violenze, ogni storia è diversa, per chi subisce violenza la cosa più importante è essere creduta, il riconoscimento e il bisogno di verità, nell’empatia e cura.
Per il nostro approfondimento giuridico è utile sentire delle professioniste, avvocate, ma abbiamo bisogno anche di altre persone di riferimento, per entrare nel concreto, per riconoscere le molestie, per avere testimonianze e storie vere.
Proposta:
un laboratorio, aperto e pubblico, con esperte giuridiche e non solo, per confrontarsi con le testimonianze concrete, da preparare insieme ai gruppi e alle persone contattate, per settembre-ottobre.
Può essere un ciclo di incontri, ad esempio 4, su 4 forme di violenza diverse; fare questa proposta di lavoro ed individuare le esperte.
E’ necessario avere un titolo, un insieme di parole per noi importanti, e la raccolta di testimonianze.
Dovrebbe anche prevedere una prospettiva di incontri ulteriori. Si tratterebbe infatti di una tappa di un percorso che deve proseguire.
Per il prossimo incontro si scriverà una breve pagina per presentare la proposta, nel frattempo contatteremo i gruppi con cui siamo in contatto per informarli dell’intenzione di cotruire questo laboratorio e chiedendo se sono disponibili a costruirlo insieme a noi.
Prossimo incontro alla Libreria delle donne il 27 maggio con la proposta, la lettura e recensione dei libri e la preparazione ai prossimi appuntamenti.
Recensioni Crimini contro le donne e L’amore che non è a cura di Mariella Veronese.