Ieri sera alle 20.30 si è tenuto il consueto appuntamento mensile del gruppo di lettura di Lìbrati “Colette”. Il libro su cui si è discusso insieme è stato Tra un atto e l’altro di Virginia Woolf, un romanzo che è stato definito da alcune come non facile, nè di immediata comprensione soprattutto per la frammentarietà della trama e la difficoltà a seguirne “il filo”. D’altra parte lo dice la Woolf stessa che la trama non è ciò che conta e che, diremmo noi, occorre seguire l’emozione, un’emozione che è insieme sentimentale e intellettuale. Si tratta forse di entrare in sintonia con la scrittrice quando con la scrittura si approssima a quei “momenti d’essere” in cui il velo viene tolto (la trama…) e si svela l’arcano, il segreto che sta dietro l’apparenza. In questo romanzo i momenti di essere e di rivelazione mostrano il vuoto, l’assenza di senso da cui la stessa parola si ritrae per fare silenzio.
La crepa del reale da cui filtra il buio e non la luce.
Come per tutti i romanzi di Virginia Woolf ci avviciamo con tutti i sensi all’erta pronti a far nostra la sua rivelazione, non tirandoci indietro nemmeno quando la frattura è strazio della mente e del cuore. Indimenticabili – soprattutto se le compariamo a ciò che è successo – le pagine in cui una dei personaggi, Isa, evoca la morte nell’acqua, la caduta nel pozzo dei desideri.
Si è scelto per il prossimo incontro, che si terrà giovedì 22 alle 20.30, Hotel Silence di Auður Ólafsdóttir.
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