Il corpo è mio?

Venerdì 25 febbraio 2022

alle ore 18.00

in diretta facebook e youtube

Il corpo è mio?

lo Stato e le libertà.

Uno sguardo femminista sulla pandemia

con

Ginevra Bompiani

Tristana Dini

Sara Gandini

Gilda Ripamonti

 

 

A partire dalla natura pandemica del contagio, il corpo è diventato in questi due anni il principale destinatario di misure governative e di interventi coercitivi, diretti e indiretti, da parte dello Stato. I corpi sono stati trattati come luogo d’origine di un rischio da contenere non solo perché potenziali incubatori di virus ma anche in quanto materia vivente, causa di bisogni non soltanto biologici ma di desideri di libertà, ugualmente potenti e vitali. Ai decreti che si sono susseguiti e che hanno limitato lo spazio e le modalità con cui il corpo poteva e non poteva muoversi si sono aggiunte vere e proprie indicazioni comportamentali, al limite del grottesco, su come condurre, ad esempio, una vita sessuale consona alla situazione pandemica. A questo massiccio e capillare intervento pubblico, eccedente le necessità imposte dalla situazione, si è aggiunta nell’ultimo anno la questione del vaccino, con l’introduzione estesa dell’obbligo (sia nella sua forma diretta, sia indiretta, con l’adozione del Green Pass), mettendo in campo una misura di portata vastissima poiché agisce, limitandola, sulla libertà più intoccabile di tutte, quella tradizionalmente più protetta dal diritto: la possibilità di decidere liberamente sul proprio corpo, in merito ai trattamenti sanitari. Eppure nel dibattito politico non è stata avanzata alcuna obiezione e si è liquidata la questione in maniera pericolosamente semplicistica con argomenti come l’emergenza, i vincoli che impone la comunità, una travisata visione della libertà relazionale come delega al potere medico a scapito di una fiducia drammaticamente in crisi, attribuendo di fatto allo Stato un potere sui corpi senza limiti, potendo stabilire lo Stato da sé cos’è emergenza, la sua natura e la sua durata e ricorrendovi sempre più massicciamente, in nome della collettività. Un discorso sui limiti giuridici dell’intervento dello Stato, sulla complessità e differenza dei corpi e dei bisogni, è necessario e urgente, e ci interroga in quanto donne, consapevoli da sempre delle derive che possono spancalarsi quando non si affronta con il dovuto timore, con la dovuta attenzione, un tema delicatissimo come quello della libertà di decidere sul proprio corpo – di dire liberamente sì – e della implicita violenza che ogni sua limitazione porta, inevitabilmente, con sé.
Ginevra Bompiani, saggista e scrittrice.
Tristana Dini, insegnante.
Sara Gandini, epidemiologa.
Gilda Ripamonti, avvocata penalista.