alle ore 17.30
Presentazione di
“Tuta blu”
di
Tommaso Di Ciaula
(Alegre)
insieme al figlio
Davide Di Ciaula
dialogheranno
Dario Verdicchio
(Fiom Cgil Padova)
Ferruccio Brugnaro
(poeta)
Stefano Modeo
(poeta)
introduce
Ilaria Durigon
Da sempre in Italia in narrativa vale l’equazione lavoro + scrittura = letteratura industriale.
Eppure le opere di Ottieri e Volponi hanno colto del lavoro soprattutto gli elementi oggettivi ed esterni della classe operaia, concentrandosi su alienazione e catena di montaggio. Con l’aumento della conflittualità sociale, tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, alcuni scrittori di classe operaia inseriscono in quell’equazione un’incognita che permette di spiegare gli elementi soggettivi di questa classe: il vissuto, la vita quotidiana, il tempo libero. Tra loro colpiscono, sia in poesia che in prosa, autori come Luigi Di Ruscio, Tommaso Di Ciaula e Ferruccio Brugnaro. Subito ribattezzati in maniera un po’ naïve come «i selvaggi».
L’operaio pugliese Tommaso Di Ciaula dà alle stampe Tuta blu nel 1978 per Feltrinelli nella collana dei Franchi Narratori curata da Nanni Balestrini e Aldo Tagliaferri. Un romanzo-memoir-pamphlet che racconta l’industrializzazione a cottimo del meridione contadino con una penna rabbiosa e lucida, poetica e aggressiva. Il libro diventa un caso editoriale con svariate traduzioni all’estero. Viene anche adattato al cinema nel 1987 con Alessandro Haber nei panni del protagonista.
Quella di Di Ciaula è una scrittura con squarci lirici e invettive che colpisce l’ideologia lavorista dell’andare-camminare-lavorare assunta anche da una parte della sinistra. Procede per accumulazioni, lavorando di tornio attorno a questioni fondamentali come il contrasto tra mondo contadino e industriale o le nocività e gli infortuni di fabbrica, tra metallo arrugginito, orli di sole e spicchi di mare.
Un romanzo che con la fine della stagione della conflittualità operaia è stato spinto ai margini dell’industria editoriale e che ripubblichiamo perché pietra miliare della letteratura working class italiana.
Tommaso Di Ciaula, narratore, poeta e sceneggiatore nato nel 1941 ad Adelfia, in provincia di Bari, contadino prima e operaio poi, è stato uno dei massimi esempi di scrittore working class nella letteratura italiana del Novecento. Pubblicò, tra le altre cose, le raccolte di poesie Chiodi e rose (1970), L’odore della pioggia (1980) e Il cielo, le spine, la pietra (1995); i romanzi Prima l’amaro poi il dolce (1981) e Ali di pietra (1991); e la raccolta di racconti Fragmenta (1988). Il romanzo autobiografico Tuta blu, sua opera più importante ed emblematica, uscì originariamente nel 1978 per Feltrinelli e fu subito tradotto in Germania Ovest, Francia, Messico, Germania Est e Unione Sovietica. Di Ciaula ne trasse la sceneggiatura per il film Tommaso blu, girato da Floran Furtwangler, che uscì nel 1987.
Davide Di Ciaula, figlio di Tommaso Di Ciaula.
Dario Verdicchio, funzionario Fiom CGIL Padova.
Ferruccio Brugnaro, operaio a Porto Marghera dagli inizi degli anni Cinquanta, è nato nel 1936 a Mestre, è autodidatta e vive a Spinea (VE). Ha fatto parte per molti anni del Consiglio di Fabbrica Montefibre-Montedison, ed è stato per decenni uno dei protagonisti delle lotte del movimento operaio. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, tra le quali Vogliono cacciarci sotto, (1975); Dobbiamo volere, (1976); Il silenzio non regge, (1978). Suoi testi compaiono in antologie e i suoi libri sono stati tradotti in Germania, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.
Stefano Modeo, è nato a Taranto nel 1990, vive e lavora come insegnante a Treviso. La Terra del Rimorso (ItalicPequod, 2018) è la sua opera prima. Ha curato le antologie di poesie di Raffaele Carrieri Un doppio limpido zero (Interno Poesia, 2023) e di Pasquale Pinto La terra di ferro e altre poesie. 1971-1992 (Marcos y Marcos, 2023). È coautore del libro Conversazione (Industria&Letteratura, 2023) insieme a Paolo Febbraro. Fa parte della redazione della rivista di poesia “Atelier” e della redazione del blog “Universo poesia – Strisciarossa”. Si occupa di poesia italiana contemporanea per la rivista di critica letteraria norvegese “Krabben – Tidsskrift for poesikritikk”.