Scheda del libro
Moderato cantabile si apre su una stanza al quinto piano di un edificio affacciato sul mare. Una lezione di pianoforte. Un bambino. La madre. Un’insegnante. Attraverso la finestra aperta entra un grido proveniente da un bar del porto. A lezione terminata, la madre è lì sulla strada, il bambino poco distante: nella penombra del locale, un uomo è riverso sul corpo senza vita di una donna, la bocca sbavata del sangue di un bacio, il sorriso quasi estatico sulle labbra di lei. Questa la scena primaria – si direbbe “del crimine” – a cui Anne Desbaresdes, la madre, assiste come rapita. Non vi sono molti altri elementi narrativi. Non sappiamo bene cosa sia successo alla donna del caffè, né quale relazione sia intercorsa con quell’uomo. Si tratta di un’altra storia di cui Marguerite Duras tace, non dice.
Il caffè in cui si è compiuto il fatto diventa nei giorni seguenti la méta delle passeggiate di Anne col bambino, e il luogo dell’incontro con Chavin, un operaio dei cantieri della città portuale in cui si svolge il romanzo. Sullo sfondo di una vicenda soffocante per l’incapacità dei protagonisti di decidere del proprio destino, la sonatina del Diabelli nel suo movimento Moderato cantabile – che il figlio di Anne sta imparando a suonare – rappresenta la malinconica certezza che ogni cosa alla fine deve restare com’è, se non c’è il coraggio, la forza di seguire il proprio desiderio, per quanto scabroso esso sia.