1 Commento

  1. Barbara - at -

    Mi dispiace non essere venuta all’incontro, molto. Da ‘autrice’ rimprovero la Milone di non avere ‘finito’ il lettore con un bel ko, all’altezza degli altri round. In questo libro ci ho visto un ring, avete presente, no? Ho apprezzato, direi di esserne rimasta incantata, il piano sequenza modulato in sei atti – un vero regalo per me – della penetrazione dell’anima dell’autore.
    Io solo grazie a questa modulazione in episodi riesco a vedere le cose per quel che sono: un long take. Una inquadratura paziente, una specie di tomografia dell’anima ‘scritta’. Una diagnosi. Una diagnosi che non lascia scampo: è vita. Vita conclamata. In Questioni di spazio, credo, si sia ispirata a Stella (Follia, film di David Mackenzie, 2005), una donna che finisce al manicomio perché segue, randagia, la passione e lascia morire il figlio in un lago. Manco in Il peso del Mondo, dove c’è uno stupro, percepiamo la guardia abbassata; manco lì si vede il ‘lottatore’ che si rintana all’angolo. No, sempre al centro del quadrato, verso l’avversario.
    Ma chi è, sto avversario?
    “Ladies and Gentlemen, Signore e Signori, Madame et Monsieur, Sehr geehrte Damen und Herren, Benvenuti!! Questo è lo spettacolo – nientepopodimenoche – LA VITA!!
    Venghino signori, venghino.

    Brava Rossella, stenderla devi, sta Vita.

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