Giovedì 18 febbraio, le Colette, il gruppo di lettura di Lìbrati, si è riunito per discutere insieme del libro di Rossella Milone “Il silenzio del lottatore”, scelto insieme nel precedente incontro. Il dibattitto è stato vivace e il libro di Rossella Milone ha suscitato emozioni molto diverse tra le partecipanti. Ad alcune il libro è piaciuto molto, a partire dalla struttura, la costruzione del libro per racconti (apparentemente) separati in cui intuiamo però che la protagonista è sempre la stessa, una donna che racconta e si racconta in momenti diversi della sua vita. Anche la scrittura, materica, semplice ma profondamente curata e studiata, è piaciuta molto, perchè riesce ad esprimere la corporeità delle emozioni, delle sensazioni e della vita, cosa che pochi libri riescono a fare.
Il dibattitto si è animato quando abbiamo analizzato la figura della protagonista, ad alcune è sembrata una donna libera che compie le sue scelte indipendentemente dai ruoli che la società talvolta impone a uomini e donne, ad altre è sembrata disinteressata, a sè e agli altri, a tratti crudele e forse non proprio consapevole dei propri desideri, sopratutto in amore. E’ stata rilevata inoltre la maestria della scrittrice nel riuscire a raccontare, in maniera onesta, le relazioni d’amore, che sono rappresentate in modo non idealizzato ma reale, con tutte le difficoltà e i limiti che talvolta comporta mettersi l’uno di fronte all’altra.
Interessanti sono state le riflessioni relative al titolo del libro. Il silenzio del lottatore è, infatti, il titolo dell’ultimo racconto che chiude il libro. Ci siamo interrogate su chi sia il lottatore, la protagonista o il suo compagno e che cosa sia metaforicamente questo silenzio. Che sia, come nell’ultimo racconto, quel momento in cui il lottatore raccoglie la concentrazione e si prepara alla battaglia, o se non sia invece la volontà non di parlare, per proteggere se stessi, non esponendosi, per non ferirsi e non ferire gli altri? Se non sia il momento in cui tace il desiderio e questo silenzio è condizione per uno sguardo interiore dentro se stesse e il mezzo in cui trovare il proprio equilibro, la propria pace?
Il nuovo libro, scelto per votazione democratica e orizzontale dalle Colette, è “Il risveglio” di Kate Chopin, un libro scritto nel 1899, un classico poco conosciuto che racconta il processo di consapevolezza (il risveglio, appunto) di una donna.
Il prossimo incontro delle Colette è previsto per martedì 22 marzo, sempre alle 20:30.
Vi ricordiamo che le Colette è un gruppo aperto e tutte sono invitate a partecipare.
Mi dispiace non essere venuta all’incontro, molto. Da ‘autrice’ rimprovero la Milone di non avere ‘finito’ il lettore con un bel ko, all’altezza degli altri round. In questo libro ci ho visto un ring, avete presente, no? Ho apprezzato, direi di esserne rimasta incantata, il piano sequenza modulato in sei atti – un vero regalo per me – della penetrazione dell’anima dell’autore.
Io solo grazie a questa modulazione in episodi riesco a vedere le cose per quel che sono: un long take. Una inquadratura paziente, una specie di tomografia dell’anima ‘scritta’. Una diagnosi. Una diagnosi che non lascia scampo: è vita. Vita conclamata. In Questioni di spazio, credo, si sia ispirata a Stella (Follia, film di David Mackenzie, 2005), una donna che finisce al manicomio perché segue, randagia, la passione e lascia morire il figlio in un lago. Manco in Il peso del Mondo, dove c’è uno stupro, percepiamo la guardia abbassata; manco lì si vede il ‘lottatore’ che si rintana all’angolo. No, sempre al centro del quadrato, verso l’avversario.
Ma chi è, sto avversario?
“Ladies and Gentlemen, Signore e Signori, Madame et Monsieur, Sehr geehrte Damen und Herren, Benvenuti!! Questo è lo spettacolo – nientepopodimenoche – LA VITA!!
Venghino signori, venghino.
Brava Rossella, stenderla devi, sta Vita.